| Grazie Daniela e complimenti per il tuo servizio fotografico!
Dato che l'audio è un po' scarso, come promesso vi lascio la trascrizione letterale delle interviste che ho postato ieri:
INTERVISTA A RAFFAELE PAGANINI
Ecco le mie domande: D- A quali films hai attinto per i balletti di Fred e Ginger proiettati sullo schermo durante lo spettacolo? R- Praticamente ho fatto un misto di tutti, di tutte le colonne sonore e da questi ho estrapolato i momenti più significativi ma non in quanto film; più significativi per quello che volevo fare io, per lo spettacolo che volevo fare io, e ci sono praticamente da tutti i film più noti vari blocchi, vari pezzi, per arrivare poi a questo momento finale che è il momento del duetto che viene fatto da me e lui, proprio in una botta e risposta: lui in scena con questa multi visione come se stesse in palcoscenico. Io ballo, lui balla, io ballo, lui balla ed è una cosa molto simpatica: facciamo un piccolo passo a due. D- E questo duetto da che film in particolare è tratto? R- Una domanda di riserva non ce l’hai? Il film non me lo ricordo, non so quale fosse… non me lo ricordo perché poi tutte le scelte, i tagli sia musicali che cinematografici, in qualche modo, non sono stati fatti personalmente da me, sono stati fatti da un regista, nonché coreografo che è Luigi Martelletta che ha creato lo spettacolo, quindi quel momento proprio non me lo ricordo però è uno dei suoi, di quelli famosi più noti.
Queste sono invece le altre domande poste da una giornalista: D-Secondo te (è importante) insegnare ai giovani oltre che a ballare anche proprio la storia del balletto, la storia del teatro, proprio perché loro possano entrare meglio nella parte nel momento in cui fanno un musical(?) R-Credo che sia estremamente importante, come quando tu leggi un libro, forse poi nel libro c’è più la narrazione, ma se tu conosci l’autore del libro, sai chi era lui, che cosa aveva fatto… non so… Hermann Hesse: se tu conosci un pochino di più Hermann Hesse, alla fine i suoi aforismi piuttosto che comunque le sue letture le interpreti meglio. Un po’ la stessa cosa succede nella danza: se tu sei un danzatore e hai la fortuna, come succede in molte scuole professionali italiane e non, dove ti insegnano anche la storia della danza, questo è importantissimo perché se tu entri nel mondo (quello che poi diventerà il tuo mondo) del balletto, della danza con molto più interesse, con molto più fascino, capisci molto di più quanto dura sia quella cosa che tu stai facendo in quel momento e quanto fosse ancor più dura 20 anni prima perché magari muscolarmente 20 anni prima erano totalmente diversi; oggi i danzatori muscolarmente e fisicamente sono degli atleti al 100%, una volta non lo erano, erano un po’ più partner, quindi si faceva un po’ più di fatica, oggi siamo un po’ più avvantaggiati perché c’è un tipo di lavoro con una preparazione atletica molto più forte. D- Il ballerino non è più soltanto il porteur della ballerina ma è protagonista sulla scena… R-Grazie a Nureyev, oramai qualche anno fa, il grande maestro che arrivò in Italia, in Europa e fece vedere che si, noi siamo partner quindi portiamo la ballerina però “aspettate, vedete quello sappiamo fare” e quindi da lì si è partiti e siamo diventati tutti protagonisti, più protagonisti anche se i balletti normalmente hanno una collocazione al femminile: “Giselle”, “La Bella Addormentata” D- Forse perché una volta la ballerina aveva un significato, il ballerino era quasi mal considerato… R- Anche questo… era mal… oltre che mal era non considerato, per cui ad un certo punto c’è stato questo mettersi in vetrina e dire “bene noi ci siamo, ci siamo anche noi”. Mal considerato per delle dicerie che c’erano, che forse ci sono ancora… D- Vedo molti ragazzi invece nelle scuole… R- Molti, molti di più. Io tengo a precisare che io non ho una scuola, io insegno nelle scuole; ho una compagnia, la “Compagnia Nazionale Raffaele Paganini”… però diciamo che i maschietti oramai… I genitori sono più tranquilli, più rilassati, è finita questa storia del maschietto effeminato… D- La danza ti da una formazione completa, diciamo, ti da un fisico veramente piacevole… R-Io so quello che mi dicono, che la danza è paragonata al nuoto, la perfezione del corpo dalla testa ai piedi, poi me escluso naturalmente (ride n.d.r.) però tutti gli altri… Grazie mille!
INTERVISTA A FLAVIO INSINNA
Ecco la mia domanda: D- Nel teatro sei disposto ad affrontare tutti i generi, preferisci un filone… la commedia musicale è uno dei tuoi obiettivi oppure no? R-Onestamente no, c’ho più nel DNA… anche se ho studiato con Proietti ho più nel DNA… D- La Prosa? R-Si, anche… se vuoi, il dramma, non dico il drammone ma… se no… si, sicuramente mi divertirei più... cioè, la commedia… a me che a un certo momento “bum” attacchi e canti mentre stai a parlare… nel senso… anche se qui ci sono cresciuto con i miei, “Aggiungi un Posto A Tavola” l’ho visto che manco arrivavo alla poltrona, quindi ho un mio gusto, quando vedo Gigi ne “I Sette Re di Roma” o “Rugantino”, quello che vuoi, “Un paio d’ali”, tutto quello che vuoi, da spettatore… Se tu mi dici, come gusto mio, per recitare preferisco una commedia “bam, bam, bam” dove stiamo lì… come dire… a fare a pugni con le battute, e già fa ridere.
Le altre domande dei giornalisti: (Qui stava dando delucidazioni sullo spettacolo) R- Si può immaginare come una fiaba raccontata ai bambini, ci sono i buoni contro i cattivi, quelli che suonano senza la gioia di suonare e quelli che suonano anche se va malissimo però con la gioia di essere lì… e noi quando saliamo, tutti e dieci sul palco, con tutta la paura del mondo che c’abbiamo addosso di non farcela… però non vorremmo essere in nessun altro posto del mondo se non lì. Quindi vi dovreste in teoria aspettare il nostro terrore unito alla gioia infinita di provare a far sorridere… Loro raccontano gli strumenti, Solari credo gli abbia insegnato a suonare ma recitando, cioè a recitare con gli strumenti, a me m’ha insegnato un po’ a suonare col racconto. Dice “ma non potevate fare ognuno il suo?”, dice “Vabbeh, anche”, però siamo sempre pronti; io ho 50 barzellette di scorta, insomma… in qualche maniera proveremo a uscirne. Però la storia appunto è raccontata con grande onestà, soprattutto grande passione in questo secolo che è cambiato, però… dove la passione secondo me è stata la grande assente e continua ad esserlo. Noi non abbiamo un grandissimo talento però abbiamo veramente la passione infinita per questa storia da raccontare, la stiamo anche tagliando quindi sarà più corta e avremo più tempo per le caccole alla fine (risate n.d.r) faccio un gioco con l’orchestra… alla fine quindi… insomma la stiamo cucendo D-Hai mai voluto far parte di una band, di una banda? R-Siiii… ma io a loro provo ogni tanto a chiedere però niente… hanno detto che sono ancora troppo scarso. Sto troppo indietro, mi chiudo nel camerino a fare gli esercizi… D- E il cinema? R- Il cinema se viene bene, se non viene… D- Ce l’hai nei tuoi sogni o no? R- No, no, no nei sogni c’ho, ripeto, di fare bene… dice “ma le sai fare bene le cose?”… Ci provo, se è per questo m’hanno offerto pure di fare la radio però per ora ho detto no, quindi non è… ripeto: se il film del cinema… come dire? Se la storia mi piace può essere pure, ma mi fanno un po’ ridere gli attori quando dicono: “Ah, il mio sogno è fare cinema”… Ho capito, se ti chiamano a fare la “monnezza” è una grande monnezza sullo schermo gigante… È meglio fare un brutto film al cinema o fare una bellissima cosa in televisione? Non conta… più che dove, conta come e conta cosa, quindi se viene un bel film si, però non ti assicuro, non ci.. perché guarda, tra le mille cose che ci ha insegnato Proietti a scuola, e insegnava molto bene, e la sua scuola è straordinaria, ci ha insegnato una cosa: il teatro puoi anche riuscire a trovartelo da solo, ti inchiodi due cantinelle, ti metti qua di fuori e lo fai, la televisione puoi fare mille provini, andare… il cinema veramente è un incontro, una magia, ti sceglie lui… Cioè, io ho la faccia normale, da ascensorista, con tutto il rispetto, ti devono chiamare, non è che io posso… Magari a 60 anni, che ne so, c’ho i capelli grigi, metto delle rughe d’espressione: mi chiamano, non è che posso andare a incatenarmi fuori del cinema.. D- Per adesso non ti hanno ancora chiamato? R- Per adesso solo come maschera, al cinema: cioccolataio... no, no ma adesso… siccome non ho firmato, è inutile che ti sto a dire quale film, se firmo ci rivediamo e ti dico per quale film m’hanno preso. D-L’hanno prossimo visto che comunque la televisione l’hai per il momento accantonata, avrai più tempo per la tua vita privata… R- No, io non è che l’ho accantonata, nel senso: ci fermiamo, ci sarà, credo, da fare prima o poi la seconda serie dello Sbirro… D- Sarai un po’ meno impegnato… R- Un po’ meno impegnato, si… D- Ma ci vogliamo sposare o no? R- No, sposare no, trovare casa si, comprare la casa si… il matrimonio quello… anzitutto la domanda è “con chi?”, la seconda è “perché?” D- … e la seconda è ancora più interessante della prima… e la terza? R- … e la terza… D- … “Ma chi me lo fa fare?” R- No, no, ma va bene se succede… però… D- Ma ce lo chiediamo in molte, la gente lo vuole sapere… R- La gente vuole sapere se mi sposo? Davvero? Ma io non credo… D- Tu ormai sei un personaggio conosciutissimo R- No, no, non mi sposo, ancora non c’è… D- La sora Maria lo vuole sapere R- Ma io alla sora Maria la rassicuro, Signora Maria non mi sposo, sarà la prima ad essere informata, per il momento no, credo che neanche nel 2009, non credo che ci sarà questo problema, però credo si, vorrei… l’obiettivo sarebbe anche vivere una vita un po’ più serena, con qualche libro letto in più, ecco. Un po’ di tempo… ma guarda, fuori dall’equivoco: questo lavoro in realtà è una vacanza, io sento sempre l’imbarazzo quando dicono “devi andare in vacanza”, in realtà la mia vacanza è questa… D- Tu volevi fare questo da bambino? R-Io volevo fare il medico come papà, al test per il quoziente intellettivo sono crollati là i sogni, le speranze… insomma, mio padre ha detto: “faresti troppi guai”. Allora invece di andare in giro ad ammazzare la gente, (l’ammazzo anche qua di noia)… ha vissuto anni molto tristi dove non capiva cosa avesse sfornato a casa, se lo chiedeva con mia madre… un mostro che non voleva fare niente… poi in realtà ci siamo messi a studiare e le cose insomma… ma erano già contenti prima, perché hanno visto che l’impegno c’era, non è che me ne andavo in discoteca e mi alzavo alle quattro del pomeriggio, quindi quando hanno visto quello si sono rassicurati. Diciamo che la prima scuola di recitazione è stata fatta nell’86, arrivo con calma al Sistina che sarà: 2009? Gennaio 2009, insomma 23 anni, diciamo che qualche poesia l’abbiamo detta sulla sedia a Natale. Si, 23 anni dopo… D- Portati benissimo, ancora con.. R- Ancora i capelli reggono… si 23 anni, non ci avevo pensato è un numero caro ma porta fortuna D-Quindi l’estate che farai di bello? R-In teoria se c’è il film del cinema di cui non parliamo... se no sicuramente un po’ di vacanza si, la ricerca della casa e già l’estate è finita e poi c’è da rimettersi sicuramente a provare, cucire, tagliare, più che altro aggiustare lo spettacolo e ricominciare, come dire, a fare la Provincia per poi come Annibale, scavalcando le Alpi arrivare a Roma, poi vengono gli amici miei dello stadio… che poi dicono “Ah Fla’ me so addormito!”, eh no, come no? Roma è impietosa. D- Senti, il sogno privato e il sogno professionale? R- Trovare sicuramente questa casa con il terrazzo, nella città più bella del mondo, con il clima più bello del mondo, col terrazzo. D- Così fai pure qualche cena.. R-Brava, imparo a cucinare, mi sposo… il sogno, quello pubblico? Professionale? D-C’è una cosa che ti piacerebbe fare in teatro? R- Il sogno professionale è un po’ generico magari, però detto così... spero quello, chiaro, dipende pure da me, vorrei, farò in modo, cercherò di fare che non succeda ogni 11 anni di fare uno spettacolo a teatro, magari non sarà sempre, uno non potrà sempre permettersi il Sistina però sarebbe colpevole… lì a quel punto diventerebbe colpa mia. Un conto è la gavetta appunto, crescere, fare tentativi, allora la televisione e poi ritorni… Se io dopo questa esperienza tornassi fra 11 anni allora sarebbe colpa mia. Vorrei che il teatro fosse più presente nella mia vita, insomma con scadenze… D-La televisione ti è arrivata pure un po’ inaspettata, perché tu hai sempre fatto teatro. R- La televisione, questa degli intrattenimenti... i telefilm erano anni. Questa dell’intrattenimento quando m’hanno telefonato veramente pensavo che avessero sbagliato. Quando mi hanno detto “devi fare il provino per Affari tuoi” ho pensato al titolo di un telefilm, non mi è venuto in mente il programma che per altro vedevo, la domenica sera condotto da Bonolis, Pupo, la Clerici. Sono quelle strane coincidenze della vita, in realtà loro i provini li facevano nello studio di fronte a dove stavo lavorando… Io mi sono nascosto addirittura… Ho detto “guardate, io finisco tardi di lavorare, mi dovete aspettare…”, m’hanno detto “Ti aspettiamo”. Magari fossero stati a Cinecittà, a via Tiburtina… e la vita fa pure cose belle, non solo brutte, buon per me, eh…
Edited by ilafantasy - 20/5/2008, 23:25
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